Fai di un hobby un impiego: apri un catering!

Per caso, vi succede occasionalmente, o magari anche di frequente, qualcuna di queste cose?

1- Quando i figli dei vostri amici devono fare una festa di compleanno, siete ogni volta voi quelli a cui i genitori chiedono di preparare la torta?

2- Gli invitati alle vostre cene fanno carte false per poter ritornare a mangiare da voi?

3- I colleghi vi si avvicinano con la proposta di occuparvi della cena per la loro festa di fidanzamento?

Allora, forse, aprire un’attività di catering potrebbe essere una iniziativa da esaminare, se vi interessa un’attività perennemente nuova, appassionante, e di grande gratificazione – ma simultaneamente faticosa, complessa, e che richiede un’enorme attenzione ai dettagli, dal condimento dei voul-au-vents all’acquisto urgente di tavoli pieghevoli per una festa.

Un servizio di catering, infatti – può succedere di scordarlo, ed è quindi bene ribattere il punto – non è un ristorante. Questo è un’attività con alto grado di stabilità, con una sede fissa, con dei menù che una volta stabiliti rimangono gli stessi anche per mesi, con una clientela consolidata; il catering è invece una realtà in costante cambiamento, dove c’è sempre un’ urgenza, dove non mancano mai le novità. Un po’ come aprire un ristorante nuovo ogni mattino, per poi chiuderlo ogni sera e prepararsi all’indomani con nuove energie.

Non dimentichiamo, indubbiamente, I punti di vantaggio che sono caratteristici dell’aprire un’attività di servizio catering: fra questi, spiccano assolutamente I bassi costi di avvio, che sono certamente più ridotti di quelli tipici di altre realtà di ristorazione. Niente affitto di grandi locali, ad esempio; nè, com’è naturale, le corrispondenti bollette di servizio. Perfino oggetti necessari a un ristorante fin dal primo giorno, come piatti, bicchieri e tovaglie, potremo non acquistarli e limitarci a noleggiarli o farli affittare dai nostri clienti, sempre che non sia il cliente stesso a desiderare di usare i propri.

D’altro canto, una paura che indubbiamente non assilla il proprietario di un ristorante, ma è invece un cruccio incessante per chi si trova a gestire un servizio di catering, è quella legata al trasferimento del cibo, problema non insignificante, soprattutto nei casi in cui non si stia lavorando in una location dotata di cucina (nel qual caso si prepara tutto sul posto, e basta assicurarsi che gli ingredienti arrivino in ottime condizioni) ma ci si trovi a dover portare, ad esempio ad una festa in un parco o ad un meeting in ufficio, del cibo già pronto, con pietanze calde e fredde. Tutto va, in questo caso soprattutto, calcolato e verificato con precisione: non vogliamo certo dover spiegare a 100 invitati nel mezzo di un parco che non abbiamo portato tazzine e quindi… niente caffè!

Soprattutto, per concludere, un’osservazione fondamentale: non dimentichiamo mai che lanciarsi in quest’avventura non è un hobby, ma un’attività – e non può quindi prescindere da ragionamenti di ordine assolutamente economico. Non stiamo più cucinando gratis per amici e parenti, ma gestiamo un’azienda: se non pianifichiamo con attenzione spese e guadagni, e quantità di cibo da cucinare (un errore comunissimo nel catering, quest’ultimo) rischiamo di veder dissolversi tutto il nostro profitto, rendendo tanta fatica antieconomica. Attenzione!