OK dal TAR del Lazio per il noleggio auto aziendali. E intanto, per i privati…

La norma entrata in vigore nel novembre 2014 era perentoria e molto chiara: allo scopo di combattere la piaga delle false intestazioni automobilistiche, sarebbero iniziati controlli molto rigorosi e precisi per verificare la coincidenza fra identità del guidatore di un autoveicolo – come attestata dalla patente – e nome registrato sulla carta di circolazione del veicolo stesso. Nel caso in cui i due nomi non fossero stati coincidenti, la nuova regola del codice della strada prevedeva sanzioni gravi e molto rigide: da un lato il ritiro della carta di circolazione stessa, e dall’altro l’applicazione di una contravvenzione di più di settecento euro. Com’era prevedibile, la notizia scatenò una vera ondata di proteste, su due fronti: quello dei privati e quello delle agenzie di noleggio.

I primi, infatti, si trovavano in una situazione incresciosa. Quanto è comune guidare l’auto di un coniuge, anche per ben più dei trenta giorni previsti dalla norma? Quanto quella di un genitore, o perfino di un amico? Se la multa fosse stata comminata anche in questi casi, la questione si sarebbe fatta insostenibile. Fortunatamente per loro, arrivò ben presto un chiarimento della Motorizzazione: ai privati, di fatto, la regola non si applicava, anche e soprattutto perchè in mancanza di qualsiasi documento attestante l’inizio del “prestito” della vettura stessa sarebbe stato impossibile applicarla, oltre al fatto che non era questo il suo scopo.

Ma la situazione era ben diversa per quelle aziende che noleggiano regolarmente la loro flotta auto, chiariva ulteriormente la circolare del Ministero dei Trasporti. Queste erano eccome tenute all’intestazione temporanea del veicolo (secondo art. 94 comma bis del Codice della Strada), ma oltre a ciò dovevano anche provvedere al pagamento dei 9 euro di diritti di motorizzazione e dei 21 euro di imposta di bollo. Un costo aggiuntivo poco comprensibile, e inoltre un vero problema per le società di noleggio auto, che presentarono infatti ricorso. Un ricorso che il TAR del Lazio ha accolto e recentemente risolto in loro favore: se l’intestazione temporanea rimane obbligatoria, le pretese economiche espresse nella circolare sono del tutto illegittime, e quindi non si applicano. Oltre a questo, le società di noleggio potranno essere direttamente delegate dalle aziende clienti a svolgere per loro conto tutti gli adempimenti previsti dal Codice in tal senso.

Se la situazione si è così risolta per il meglio, non si può però dire che non abbia smosso il mercato. E questa querelle è forse uno dei fattori alla base della diffusione sempre più rapida di una nuova modalità di utilizzo dell’automobile, quella del noleggio auto gratuito. Gestito da apposite reti di utenti, che con una ridotta fee d’ingresso iniziano a diffondere il sistema del noleggio gratuito per poi ricevere in assegnazione un’autovettura di loro scelta, senza alcun altro costo, questo metodo sta prendendo piede massicciamente, anche per via dell’aumento pressochè incontrollato dei costi, fissi e variabili, che possedere un’automobile ormai comporta, e che il noleggio gratuito permette di evitare quasi totalmente.