È dunque evidente che la bonifica amianto friabile è necessaria: se non viene effettuata, e nelle modalità corrette, si espongono milioni di persone – vista l’onnipresenza dell’amianto negli stabili costruiti fino a vent’anni fa – a rischi sanitari enormi. Ma quali sono queste modalità corrette, e come deve essere svolta una bonifica amianto friabile per assicurarsi di avere eliminato tutti i rischi?
La bonifica amianto friabile inizia con un sopralluogo accurato da parte di operatori specializzati: vengono raccolti campioni del terreno intorno allo stabile, dell’acqua erogata dai rubinetti, perfino di parti di muratura, e svolte analisi per rilevare l’effettiva presenza di fibre di amianto. Il superamento di certe soglie di sicurezza conferma che l’amianto dei pannelli isolanti ha iniziato uno sfaldamento ormai non più recuperabile (è il caso di molte vecchie installazioni) e che è quindi necessario procedere alla sua rimozione. A questo punto, si interviene con un accurato smontaggio dei pannelli danneggiati dalle pareti; la massima attenzione deve essere prestata per evitare di danneggiare ulteriormente i pannelli, dato che ogni rottura o crepa in questa fase non farebbe altro che liberare nell’aria quantità ancora maggiori di fibre cancerogene; gli eventuali residui di amianto sulle strutture murarie debbono essere accuratamente spazzolati via, e aspirati. I pannelli rimossi vengono poi impacchettati e sigillati, per impedirne qualsiasi contatto con l’aria, e infine trasportati con cautela presso discariche appositamente equipaggiate e in grado di gestirne lo smaltimento in totale sicurezza. La bonifica amianto friabile si conclude con un ulteriore sopralluogo finale; se gli esami confermeranno che le fibre non sono più presenti, sarà possibile procedere con l’installazione di nuovi pannelli isolanti senza amianto e la ristrutturazione dello stabile.