Sebbene siano sembrati per lungo tempo degli strumenti quasi al limite della fantascienza, gli scanner sono un dispositivo ormai comunissimo e diffuso in tutti gli uffici, e riescono a dare al computer un senso – la vista – che pare incredibile poter attribuire ad una macchina. Tuttavia, per quanto possa essere utile in sé disporre di una copia digitale di qualsiasi immagine o documento, per scopi che vanno dall’archiviazione alla sicurezza, è nel momento in cui il computer diventa capace di interpretare quel che “vede” nella scansione – ad esempio decifrando un modulo compilato – che si sviluppa una vera utilità pratica della tecnologia.
Nello specifico, i software OMR sono dei programmi che mettono il computer in condizione di comprendere i segni tracciati da mano umana su moduli compilati – come i sondaggi o i test a crocette, per fare esempi semplici e a tutti comprensibili – facendo sì che la macchina possa, in piena autonomia, interpretare e trasformare in dati utilizzabili digitalmente quelli analogici rappresentati da dei segni di matita sulla carta. In questo modo, quindi, i risultati di un test possono essere computati e valutati in maniera rapidissima e automatica, e le enormi moli di dati relative, ad esempio, ad un censimento possono essere tradotte in schemi e grafici complessivi con grandissima semplicità e risparmio di tempo dal computer, senza alcuna necessità di intervento umano.
Naturalmente, per raffinati che siano, i software OMR non sono che uno strumento: sfruttarli al meglio è compito da demandare a chi sviluppa quei moduli che essi possono interpretare. Infatti un modulo ben progettato e disegnato, e le cui domande riescano a ridurre dati interessanti a semplici simboli, diventa con l’ausilio di questi programmi un potentissimo mezzo di raccolta dati, per interpretare il quale non occorrono più la forza lavoro e il tempo operativo che un tempo erano imprescindibili.