Il tema dell'emigrazione negli ultimi anni è sempre molto caldo. Sono soprattutto i giovani a lasciare l'Italia alla ricerca di condizioni di vita ma soprattutto lavorative migliori: stipendi migliori e maggiore stabilità economica che gli permettano di poter realizzare i sogni che qui nel nostro paese sembra non riescano a realizzare. Ma si sa dall'Italia sono partite tante persone e non sembra stiano venendo messe in atto misure volte ad arrestare la cosiddetta fuga di cervelli.
Ci sono però regioni che più di altre sembrano essere predisposte al fenomeno dell'emigrazione, tra queste sicuramente il Friuli Venezia Giulia. Una regione che sicuramente in passato ha sofferto la povertà ed ha sempre subite le conseguenze dell'essere una regione di confine, molto instabile politicamente e che ha visto transitare sul suo territorio tanti eserciti ed altrettante battaglie.
L'emigrazione friulana da fine '800 fino alla metà degli anni '50 ha ricalcato i tratti dell'emigrazione nel resto d'Italia. I friulani si sono mossi verso il sud America, il Canada, il Belgio, in alcuni casi la Germania, i più impavidi si sono spinti fino in Australia. Molti sono ritornati in Friuli non appena avevano raccolto il necessario per edificare la prima casa o mettere su famiglia. Molti hanno preferito rimanere nei paesi di adozione, non senza sentire la mancanza del Friuli ed in particolare della mari lenghe, la madre lingua ovvero il friulano.
In giro per il mondo in particolare in Canada e sud America sono stati creati i cosiddetti “Fogolars Furlans” ovvero i focalai friulani, gruppi che riuniscono gli emigrati di quel paese. Si tratta per lo più di persone anziane che tengono vivono l'orgoglio friulano e cercano di trasmettere l'importanza delle radici a figli e nipoti.
Con la fuga di cervelli degli ultimi anni il Friuli è tornato ad essere terra di emigrazione ma con modalità ben diverse. Lo sanno bene le agenzie di traduzione di Udine che si trovano sempre più frequentemente a tradurre documenti con valore legale finalizzati all'espatrio o ad ottenere un lavoro all'estero. Non si scappa più per andare a lavorare nell'agricoltura, come minatori o muratori. Si scappa per andare a fare lavori idonei al proprio titolo di studio ed al proprio livello di specializzazione, oppure si ripiega sul settore alberghiero e della ristorazione che sempre apprezza i lavoratori made in Italy.
Anche le mete dell'emigrazione non sono più le stesse: si punta all'Inghilterra, la Spagna e la Germania mentre riemerge l'emigrazione verso l'Australia.